venerdì 25 agosto 2017

Letture estive

"Ringrazio anche i sogni che mi accompagnano fin da bambina. Se vi dicono che non esistono non credeteci. Esistono eccome, è che sanno nascondersi bene. Quindi datevi da fare, perché aspettano soltanto di essere stanati." (Lorenza Ghinelli: "Almeno il cane è un tipo a posto", Best BUR, 2017, Ringraziamenti, pag. 268)


mercoledì 16 agosto 2017

Troppo intelligente per la scuola

Qual è lo studente che può essere definito "troppo intelligente per la scuola"? Indubbiamente si tratta di chi  si annoia profondamente e di cui quotidianamente è sempre più difficile riuscire a tenere viva l'attenzione. Arriva alle conclusioni sempre prima degli altri, saltando passaggi che certi esercizi comunque richiedono e che invece a lui non interessano e a cui non ha alcuna intenzione di prestare attenzione. 
A chi insegna può capitare di trovarsi a confrontare con studenti così, studenti a cui un vecchio modo di fare scuola tarpa le ali su cui la loro intelligenza vola. Del resto, quanti genitori si sono spesso sentiti dire dai docenti che il figlio "è capace ma non si applica"? L'istituzione scolastica, a partire dalla rivoluzione industriale, è da sempre stata pensata come luogo di trasmissione del sapere funzionale ad un sistema di conoscenze proprio della classe dominante. In una tale ottica, non c'è spazio per la creatività individuale e lo studente riconosciuto come migliore sarà necessariamente colui che meglio si adatterà a un sistema di conoscenze prestabilito. Altro che sviluppo delle capacità critiche: l'unico senso critico riconosciuto sarà quello già incondizionatamente accettato. Può succedere così che lo studente troppo intelligente che rifiuta di adattarsi a un sistema di pensiero, si ritrovi bocciato a scuola. Ma questo non significa che sarà bocciato nella vita. In fondo, non è un pezzo di carta a certificare quello che ciascuno di noi realmente sa fare o sa essere.