domenica 9 dicembre 2018

Noi e il '68

In principio era il sogno di una quasi sessantenne, insegnante, che fin da bambina ha imparato a sognare e a credere nella forza dei suoi sogni. 
Poi,  dopo averlo condiviso con studenti, colleghi, con il Dirigente Scolastico del suo Istituto, quel sogno è diventato un progetto da realizzare consentendo di sviluppare abilità e competenze trattando un argomento, il Sessantotto, che, compreso nei manuali di storia, spesso non viene nemmeno affrontato.
Ricorrendo anche a una delle tecniche (I laboratori di ricerca) della "Didattica delle emozioni" (il format elaborato da Ulisse Mariani e Rosanna Schiralli), il progetto si propone, attraverso l’organizzazione di un evento da presentare anche all'esterno dell’Istituto, coinvolgendo il territorio, di offrire la possibilità di ripensare e riflettere su un anno, il 1968, che ha cambiato la politica, il costume, la cultura, i comportamenti delle persone: praticamente tutto. 
L'evento "Noi e il '68" è un viaggio virtuale da vivere da chi c'era e, soprattutto, da chi non c'era,  nel tentativo di restituire alle giovani generazioni la bellezza della passione, dell'immaginazione e del sogno.





giovedì 6 dicembre 2018

Il coraggio di cambiare

Di fronte alla prospettiva di dover cambiare, spesso capita di irrigidirsi. La resistenza al cambiamento, in fondo, altro non è che la paura del nuovo, dell'ignoto che la novità porta con sé, il timore di non essere in grado di affrontare nuove scelte di vita, nuove sfide, nuove condizioni, nuove situazioni.
Investe vari campi, la resistenza al cambiamento: cambiare città, casa, amori, indirizzo di studi, locali frequentati, luoghi di vacanza, metodi di studio. 
O di insegnamento. Di fronte a una proposta didattica innovativa, capita spesso di trovarsi di fronte colleghi, genitori, studenti che si irrigidiscono, temono che non possa funzionare, che andrà necessariamente male. E non importa se il metodo di insegnamento utilizzato fino ad allora sia poco efficace: quel metodo è comunque garantito dall'esperienza, dall'esser stato sempre usato.
Eppure sarebbe interessante mettere a confronto tecniche didattiche differenti, introducendo modalità di insegnamento/apprendimento che stimolino la curiosità, l'interesse, la partecipazione, all'interno di una scuola che in certe occasioni appare sempre uguale a sé stessa, poco stimolate, noiosa, piatta, arida. 
Ben vengano allora docenti innovatori che riescano, salvaguardando la qualità della loro azione didattica, a proporre progetti coinvolgenti e interessanti che richiedono indubbiamente il coraggio di cambiare ma possono indurre quella riforma della scuola che, per quanto più volte evocata, non può essere imposta dall'alto ma solo partire dal basso grazie alla condivisione e all'operatività di chi crede davvero nell'istituzione scolastica.