Ci
sono giorni tutti uguali.
Ci
sono giorni che segnano la storia di un Paese e restano per sempre nella
memoria collettiva.
Non
fu un giorno come tutti gli altri, quel 9 maggio del 1978.
Fu
il giorno dell'epilogo della vicenda iniziata 55 giorni prima, il 16 marzo, con
l'uccisione degli uomini della scorta e il rapimento, rivendicati dalle Brigate
Rosse, di Aldo Moro.
Il cui corpo venne ritrovato in Via Caetani, a Roma, proprio il 9 maggio
del 1978.
Nella
mattina di quello stesso giorno, il 9 maggio 1978, a Cinisi, in
provincia di Palermo, venne ritrovato il corpo (dilaniato da una carica di
tritolo sui binari della ferrovia Palermo-Trapani) di Giuseppe Impastato, detto
Peppino, la cui vicenda è stata rievocata nel film "I cento passi",
di Marco Tullio Giordana (2000).
"Scena
96 - Radio Aut [interno giorno]
Salvo:
"[...] Peppino non c'è più, Peppino è morto, si è suicidato. [...] Questo
leggerete sui giornali, questo vedrete alla televisione... Anzi non vedrete
proprio niente... [...] perché questa mattina giornali e televisione parleranno
di un fatto molto più importante... del ritrovamento a Roma dell'onorevole Aldo
Moro, ammazzato come un cane dalle Brigate rosse. E questa è una notizia che fa
impallidire tutto il resto, per cui: chi se ne frega del piccolo siciliano di
provincia! Chi se ne fotte di questo Peppino Impastato! Adesso spegnetela
questa radio, giratevi dall'altra parte. Tanto si sa come va a finire, si sa
che niente può cambiare.[...] E tu Peppino non sei stato altro che un povero
illuso, tu sei stato un ingenuo [...]" (Marco Tullio Giordana, Claudio
Fava, Monica Zapelli: "I cento passi", Universale Economica
Feltrinelli, Milano, 2001, pgg. 145, 146).
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