venerdì 24 marzo 2023

Le colpe delle madri (e dei padri)

 "Tutta colpa dei genitori" si intitola un libro, pubblicato nel 2010, scritto dalla collega Antonella Landi, in cui l'autrice, sulla scorta della sua quotidiana esperienza scolastica, evidenzia le problematiche e le fragilità di preadolescenti e adolescenti frutto, spesso, di una inadeguata, sebbene esercitata in buonafede, azione educativa da parte dei genitori.

La questione, oggetto di attenzione da parte di studiosi ed esperti psicologi e pedagogisti da vari anni, è diventata sempre più delicata e sfidante. C'è chi come il pedagogista Daniele Novara in più di un'occasione ha affermato che non sono gli adolescenti ad essere cambiati nel corso del tempo: tipico dei più giovani, da sempre, nel passaggio dall'infanzia all'età adulta, è l'atteggiamento sfidante volto al superamento del limite che nelle società primitive era scandito dai riti di passaggio. 

Non sono dunque i giovani ad essere cambiati, sono cambiati gli adulti. 

Adulti che sono diventati sempre più amici dei loro figli, tendendo ad alleviare ogni sofferenza, ogni dolore, giustificando ogni mancanza, con un atteggiamento amorevole e materno che ha visto il trionfo delle madri e la riduzione dei padri a complici compagni di gioco dei propri figli.

Conseguenza di tutto questo l'inevitabile disagio dei figli in fase preadolescenziale ed adolescenziale che, non avendo più di fronte un genitore se non autoritario almeno autorevole e sfidante, rovesciano su se stessi il malessere tipico dell'età, non sentendosi più all'altezza delle aspettative di quei genitori che li hanno incoronati, fin dalla nascita, imperatori.

La situazione è inevitabilmente peggiorata, aggravandosi sempre di più, con la diffusione della pandemia. 

Chi come me ha a che fare quotidianamente con centinaia di adolescenti non può non cogliere i sintomi di un'ansia e di un disagio esistenziale che si manifesta nei modi più svariati possibili: aggressività, cattiveria, ritiro sociale, crisi di pianto per una verifica scolastica andata a male, consultazione frenetica di social, uso e abuso di alcol e sostanze stupefacenti ma soprattutto la voglia di essere ascoltati e gratificati, riconosciuti come individui unici ed irripetibili per quello che sono, non per quello che gli altri, soprattutto gli adulti che essi amano, vorrebbero che fossero.






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