Li
ho sempre detestati, sin da quando, bambina, mi venivano assegnati. Mi riducevo
a svolgerli l'ultimo giorno di vacanza, tra gli sguardi torvi dei miei che mal
tolleravano quella pessima abitudine. Ma io pensavo (e penso tuttora) che le
vacanze siano sacre e se sono sacre non devono essere dedicate ai compiti ma ad
altro rispetto alle abituali attività.
I
miei studenti lo sanno: assegno sempre pochi (o non ne assegno affatto) compiti
per le vacanze. Al massimo indico con abbondante anticipo qualche libro da
leggere o una poesia da imparare a memoria.
Ecco
perché io stessa non mi sogno nemmeno di correggere i pacchi di compiti durante
le vacanze di Natale.
Quando ne ho (quest'anno non ne ho) lo faccio solo a partire dal 7 gennaio.
Ciò significherà
che, per par condicio, non potrò controllare i compiti o interrogare il 7
gennaio.
La
vacanza è sacra e deve essere rispettata. Vale per me come per i miei studenti.
(Post già pubblicato su "Sala docenti")
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