lunedì 9 luglio 2018

Crescere nella società liquida: la maturità come rito di passaggio

Nel mondo classico era l'efebia, oggi è l'esame di maturità. Un breve confronto con la mia collega e magistra, ed ecco qualche riflessione in ordine sparso su un aspetto che ho vissuto e che ha occupato molti dei miei pensieri in questo assolato primo mese di vacanze. Come rivivere dieci anni dopo - anche qualcuno in più - la maturità, con uno spirito diverso ma non meno intenso. Le mie ragazze, che conosco da due anni, hanno sostenuto gli esami: pur non essendo tra i commissari d'esame, ho vegliato sul tutto da lontano. L'empatia è stata forte, le attese piene di speranze e adrenalina... è stato come tornare indietro nel tempo, a quel lontano 2006 in cui timidamente varcai per ultima in tutto l'istituto la soglia dell'aula in cui affrontai la prova orale. 

Ma, in fin dei conti, che cos'è questo esame? Che cosa significa oggi? Come si può pretendere di misurare con una valutazione numerica con quale intensità e splendore sia fiorito quel bocciolo che abbiamo colto - e accolto -, ancora chiuso, alle soglie dell'adolescenza? 

Maturità è una parola forte, una parola bella e densa di significato, che affonda le proprie origini nel lessico agricolo. Investe noi docenti di una missione importante e delicatissima: quella di coltivare un terreno, di renderlo fertile, di accompagnare la crescita di quel debole e incerto stelo che nasce da un seme, fino a farlo sbocciare. Proteggerlo, per quanto possibile, dalle intemperie di questa società liquida, per evitare che l'incertezza e la paura lo sradichino come l'aratro di catulliana memoria.

Se la parola maturo poi contiene la radice -ma, che esprime l'idea del "misurare", non dovremmo forse tornare all'essenza profonda, quasi fisica, di questa parola? In essa è contenuto tutto ciò che serve: il principio della misurazione e quello dell'accompagnare qualcosa al suo massimo livello di perfezione e compimento. Quale la fusione migliore? Un percorso di misurazione della crescita di una persona, nella sua gradualità, nelle fasi di successiva acquisizione e continuo potenziamento delle competenze. Valutare non solo la performance ma soprattutto il percorso, questo si sente dire fra i corridoi delle nostre scuole... la verità è che sono ben pochi gli insegnanti a concretizzare la chimera che sono le competenze.

L'esame di maturità cambierà pelle, e staremo a vedere. L'auspicio è che questo snodo così importante possa riacquistare davvero quella dimensione religiosa, sacra, indicibile dei riti di passaggio, in cui si sperimenta per la prima volta la vertigine ma anche l'ebbrezza di essere (quasi) adulti, in cui ogni metro percorso conta più della meta. 


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