martedì 10 novembre 2015

Didattica e tecnologia

Ci si è posti il problema di adeguare gli attuali regolamenti allo sviluppo sempre più veloce delle tecnologie il cui uso a scuola potrebbe favorire il processo di insegnamento - apprendimento?
Mi riferisco, in particolare, alla Circolare Ministeriale (vedi link in basso) relativa all'uso del telefono cellulare in classe.
"Laddove se ne ravvisi l’'opportunità, il regolamento di istituto potrà prevedere le misure organizzative più idonee atte a prevenire, durante le attività didattiche, il verificarsi del fenomeno di un utilizzo scorretto del telefonino." (Circolare Ministeriale del 15 Marzo 2007).
Nel testo si parla di uso improprio del cellulare, teso ad interrompere il regolare svolgimento delle lezioni sia da parte dei docenti che da parte degli studenti. Ma laddove il cellulare diventasse strumento di lavoro (come il tablet, del resto), non credo si possa parlare di violazione del Regolamento. Sarebbe però opportuno che il MIUR, onde evitare equivoci di sorta, aggiorni il Regolamento in proposito, anche perché piuttosto datato  e superato dalle recenti indicazioni operative legate alle nuove strategie didattiche. 

lunedì 9 novembre 2015

I doveri dei genitori

"I doveri dei genitori sono di vario genere e comprendono tutti gli aspetti della vita del ragazzo e dell'uomo futuro. Dal latte materno al vitto, al vestire, all'esempio, ecc.. E fra l'altro, naturalmente, dare modo ai figli di guadagnarsi la vita. E siccome non si sa come andranno le cose e a cosa si vada incontro così occorre che queste possibilità siano più ampie e vaste possibili.
Quando a un ragazzo di 100 anni fa si insegnava a fare per esempio il fabbro, poi lavorava. Un babbo poteva morire sicuro di avergli lasciato qualcosa. Oggi con un mestiere in mano e basta non si vive più.
Bisogna anche saper vivere in tante altre circostanze: c'è da riempire fogli, consultare orari, telefonare e consultare l'elenco telefonico, far domande scritte e chiedere un anticipo o sollecitare un pagamento, c'è da prendere treni ecc. ecc.
Quando avete buttato nel mondo d'oggi un ragazzo senza istruzione avete buttato in cielo un passerotto senza ali.
Non si vola oggi con la terza e nemmeno con la quinta elementare.
Non ne hanno voglia? Fateli studiare per forza. Voi non li mandereste al lavoro senza il fagottino del mangiare e volete mandarli nella vita senza il fagottino del sapere?
C'è dei figlioli carogne che non vogliono mangiare e voi li forzate. Altrettanto fate per lo studio."
(Traccia di un discorso tenuto da don Lorenzo Milani ai genitori della parrocchia di San Donato a Calenzano il 22 agosto 1954 riportata in " Don Lorenzo Milani: "La parola fa eguali - il segreto della Scuola di Barbiana", a cura di Michele Gesualdi, fondazione Don Lorenzo Milani, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze, 2005, pg.13)

Un mestiere speciale

Quello dell'insegnante è un mestiere speciale che richiede interesse e passione per essere esercitato nel modo migliore. Ma la passione e l'interesse, a volte, vengono meno.
Così tutto appare faticoso, squallido e, soprattutto, inutile. Non è necessariamente colpa degli studenti: ci sono momenti in cui, al di là delle situazioni contingenti, si ha voglia di spendersi per quegli stessi studenti che, invece, in altre fasi della vita professionale, irritano profondamente il docente e rendono spiacevole il suo stare a scuola. 
A me è successo, per la prima volta, una decina d'anni fa, quando per un certo periodo mi è capitato di sognare   tutte le notti di essere rimasta chiusa dentro la scuola. Ed è successo nuovamente un paio di anni fa. In entrambi i casi ho pensato di lasciare questo mestiere, di dedicarmi ad altro, a qualunque altra professione che non fosse quella dell'insegnante.
Poi, quando quel periodo terribile è passato, mi è stato chiaro che ero io, per motivi diversi, ad avere bisogno di un momento di distacco, un anno sabbatico che, a mio avviso, dovrebbe essere regolarmente previsto per chi fa questo mestiere. Che, non smetterò mai di dirlo, è il mestiere più bello del mondo e non baratterei con nessun altro. Richiede però entusiasmo, passione, coinvolgimento emotivo, amore. Emblematico è, a questo proposito, quanto accade al protagonista del film "Auguri professore" interpretato da Silvio Orlando e diretto da Riccardo Milani. Ecco, quando si è perso, seppur momentaneamente, il gusto per l'insegnamento, a noi docenti dovrebbe essere consentito un momento di distacco dalle classi per dedicarci a viaggi, letture, convegni, corsi di formazione che diano nuova linfa e motivazioni per affrontare anche i casi degli alunni più irritanti, quelli che, tuttavia, qualora vengano da noi conquistati, rimarranno nel nostro cuore per sempre.