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domenica 17 giugno 2018

La valutazione scolastica spiegata agli studenti (e anche ai genitori)

In un mondo in cui, grazie alla diffusione della Rete e alla superficialità che regna sovrana, tutti pensano di sapere tutto, si finisce per crederlo davvero.
Da qui, forse, l'arroganza di chi pretende di dare lezioni, anche manesche, agli addetti ai lavori, qualunque sia la loro professione. Attualmente, vittime di linciaggio non solo verbale, almeno da quanto si legge e si sente raccontare, sono i docenti, rei di aver mal valutato studenti di varie fasce d'età.
Forse, una volta di più, sarebbe il caso di sottolineare che quando un insegnante assegna un voto o un giudizio, non sta valutando la persona ma sta semplicemente assegnando una valutazione rispetto a un obiettivo, una competenza, un'abilità, una conoscenza verificata attraverso una prestazione (prova scritta o orale, lavoro di gruppo, intervento pertinente durante una discussione e quant'altro).
Nella valutazione finale, inoltre, si tiene conto di una serie di indicazioni ministeriali, come quelle di seguito riportate:
"La valutazione dell’alunno scaturisce da una equilibrata analisi delle proposte di voto presentate dai singoli docenti e sostenute da un giudizio scritto motivato. Il Consiglio di Classe valuterà la situazione scolastica dell’alunno in relazione a: 
1. obiettivi disciplinari a. Grado di raggiungimento degli obiettivi disciplinari quale risulta dalle prove di verifica effettuate nelle singole discipline b. Progressione del grado di apprendimento della disciplina attribuibile a continuità nello studio o alle strategie attuate c. Disponibilità verso gli interventi di recupero proposti d. Possibilità di allineamento al programma disciplinare della classe successiva 
2. obiettivi formativi a. Consapevolezza dell’esperienza scolastica b. Disponibilità alla condivisione delle regole della comunità scolastica c. Partecipazione alle attività scolastiche extracurricolari (integrative, di approfondimento) 
3. situazioni personali a. Condizioni di salute b. Situazioni socio-familiari c. Inserimento ad anno scolastico iniziato d. Altro".
Gli studenti e i genitori che di fronte a una pagella o al tabellone degli esiti cominciano a fare confronti calcolando le medie matematiche o mettendo a confronto l'esito di uno studente con quello di un altro, non solo non hanno letto il PTOF e il patto formativo pubblicati da ogni Istituto scolastico e che essi hanno accettato e firmato all'inizio di ogni anno scolastico, ma ritengono che un Consiglio di Classe o il corpo docente sia formato da macchinari tecnologici e non da persone.
Se lo scrutinio dovesse essere il risultato di una mera media matematica, si potrebbe farlo fare al computer, al registro elettronico. Così i docenti eviterebbero anche di rischiare di essere insultati o picchiati da chi crede di sapere tutto.

giovedì 13 luglio 2017

La "classe capovolta"

A proposito di "classe capovolta" o "flipped classroom", risulta interessante l'articolo cui si rimanda, già pubblicato sulla pagina Facebook di questo blog (Sala Docenti).

martedì 10 novembre 2015

Didattica e tecnologia

Ci si è posti il problema di adeguare gli attuali regolamenti allo sviluppo sempre più veloce delle tecnologie il cui uso a scuola potrebbe favorire il processo di insegnamento - apprendimento?
Mi riferisco, in particolare, alla Circolare Ministeriale (vedi link in basso) relativa all'uso del telefono cellulare in classe.
"Laddove se ne ravvisi l’'opportunità, il regolamento di istituto potrà prevedere le misure organizzative più idonee atte a prevenire, durante le attività didattiche, il verificarsi del fenomeno di un utilizzo scorretto del telefonino." (Circolare Ministeriale del 15 Marzo 2007).
Nel testo si parla di uso improprio del cellulare, teso ad interrompere il regolare svolgimento delle lezioni sia da parte dei docenti che da parte degli studenti. Ma laddove il cellulare diventasse strumento di lavoro (come il tablet, del resto), non credo si possa parlare di violazione del Regolamento. Sarebbe però opportuno che il MIUR, onde evitare equivoci di sorta, aggiorni il Regolamento in proposito, anche perché piuttosto datato  e superato dalle recenti indicazioni operative legate alle nuove strategie didattiche.