venerdì 19 febbraio 2016

Profe, perché?

Me lo sono sentita chiedere qualche volta ma molto più spesso l'ho letto negli occhi dei miei studenti, di troppi studenti.
Profe, perché?
Perché non credete che a volte la nostra scarsa attenzione è dovuta al fatto che ci annoiamo, profondamente, perché non riusciamo a capire il senso di quello che facciamo, il fine per cui lo facciamo?
Perché non credete che i nostri malesseri, il continuo mal di testa, il continuo mal di pancia, non sono una scusa ma il sintomo di un nostro disagio causato da anni di frustrazioni accumulate sentendosi ritenuti o addirittura apostrofati come cretini, nonostante si sia cercato da parte nostra di fare tutto, di fare di più, senza ottenere alcun miglioramento e senza capire perché non vi sia stato alcun miglioramento?
Perché continuate a entrare in classe mostrando sul volto tutta la vostra indifferenza, tutto il vostro malessere, tutta la vostra insoddisfazione per un lavoro che non amate o non amate più come prima e che vi rende irritabili e scontrosi?
Profe, perché dobbiamo essere noi le vittime di un sistema scolastico che non funziona e che non ci garantisce quella crescita che pure viene offerta, all'atto dell'iscrizione, in tutti i piani formativi?

Profe, perché?

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