sabato 13 maggio 2017

Le responsabilità degli adulti

Il Convegno Internazionale #Supereroi fragili.2017, svoltosi a Rimini il 5 e il 6 Maggio scorsi, ha evidenziato che le difficoltà degli adolescenti delle ultime generazioni sono dovute alle scelte educative adottate dagli adulti negli ultimi vent'anni.
Proprio quelle scelte che, in post pubblicato il 27 settembre 2007 e, successivamente, il 1° ottobre 2008, sul blog "Sala docenti", erano state da me stigmatizzate. 




"Le responsabilità degli adulti"
Nei Paesi occidentali, dalla metà degli anni Sessanta, per circa una decina d'anni, i giovani rivendicarono per sé il diritto alla libertà e alla felicità. Pensavano che potesse essere possibile costruire un mondo migliore, libero dalle ipocrisie del mondo adulto tipiche della società borghese, parlavano di fantasia al potere, scandivano slogan del tipo "Siamo realisti, vogliamo l'impossibile", attaccavano duramente quelli che erano ritenuti i pilastri della società borghese: lo Stato, la famiglia, la scuola.
Nel frattempo crescevano, quei giovani, e in nome della libertà evocata per sé mettevano su casa (o case) e famiglia (famiglie), mettevano al mondo figli che venivano lasciati liberi di esprimere la propria creatività, fuori dalla costrizione delle regole autoritarie del "sistema". E poi andavano, venivano, liberi per il mondo perché la libertà è un bene primario. E anche la scuola doveva essere libera: basta con il sapere rigido e codificato, basta con la grammatica, meglio un corso di animismo o di cucina orientale.
Però...
Il risultato, credo, sia sotto gli occhi di tutti.
Mi limiterò ad effettuare un'analisi circoscritta a quello che quotidianamente, come insegnante, vedo negli occhi dei miei studenti, senza moralismi e pregiudizi.
I nostri ragazzi sono soli, disorientati, disillusi.
Hanno quindici anni e molti di loro ammettono di non avere né sogni, né speranze.
"Non è più come ai suoi tempi!", ripetono spesso. "Lo vede, vanno avanti solo i furbi!".
E ancora: "Il vero amore non esiste", "Tutti vogliono fregarti", "Non so cosa farò da grande e sinceramente non mi interessa".
Appaiono forti, tosti, ma sono fragilissimi, al punto che se trovano qualcuno disposti ad ascoltarli gli rivelano tutti i loro dubbi, le loro paure, il loro senso di inadeguatezza.
A volte sono chiamati persino ad occuparsi delle vicende amorose di padri farfalloni e di madri nevrotiche (o viceversa).
Dunque, se sono così, è colpa loro o colpa di noi adulti che in nome della nostra libertà abbiamo privato i nostri figli della libertà di crescere sereni ed emotivamente equilibrati?


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