Il Convegno Internazionale #Supereroi fragili.2017, svoltosi a Rimini il 5 e il 6 Maggio scorsi, ha evidenziato che le difficoltà degli adolescenti delle ultime generazioni sono dovute alle scelte educative adottate dagli adulti negli ultimi vent'anni.
Proprio quelle scelte che, in post pubblicato il 27 settembre 2007 e, successivamente, il 1° ottobre 2008, sul blog "Sala docenti", erano state da me stigmatizzate.
"Le responsabilità degli adulti"
Nei
Paesi occidentali, dalla metà degli anni Sessanta, per circa una decina d'anni,
i giovani rivendicarono per sé il diritto alla libertà e alla felicità.
Pensavano che potesse essere possibile costruire un mondo migliore, libero
dalle ipocrisie del mondo adulto tipiche della società borghese, parlavano di
fantasia al potere, scandivano slogan del tipo "Siamo realisti, vogliamo
l'impossibile", attaccavano duramente quelli che erano ritenuti i pilastri
della società borghese: lo Stato, la famiglia, la scuola.
Nel
frattempo crescevano, quei giovani, e in nome della libertà evocata per sé
mettevano su casa (o case) e famiglia (famiglie), mettevano al mondo figli che
venivano lasciati liberi di esprimere la propria creatività, fuori dalla
costrizione delle regole autoritarie del "sistema". E poi andavano,
venivano, liberi per il mondo perché la libertà è un bene primario. E anche la
scuola doveva essere libera: basta con il sapere rigido e codificato, basta con
la grammatica, meglio un corso di animismo o di cucina orientale.
Però...
Il
risultato, credo, sia sotto gli occhi di tutti.
Mi
limiterò ad effettuare un'analisi circoscritta a quello che quotidianamente,
come insegnante, vedo negli occhi dei miei studenti, senza moralismi e
pregiudizi.
I
nostri ragazzi sono soli, disorientati, disillusi.
Hanno
quindici anni e molti di loro ammettono di non avere né sogni, né speranze.
"Non
è più come ai suoi tempi!", ripetono spesso. "Lo vede, vanno avanti
solo i furbi!".
E
ancora: "Il vero amore non esiste", "Tutti vogliono
fregarti", "Non so cosa farò da grande e sinceramente non mi
interessa".
Appaiono
forti, tosti, ma sono fragilissimi, al punto che se trovano qualcuno disposti
ad ascoltarli gli rivelano tutti i loro dubbi, le loro paure, il loro senso di
inadeguatezza.
A
volte sono chiamati persino ad occuparsi delle vicende amorose di padri
farfalloni e di madri nevrotiche (o viceversa).
Dunque,
se sono così, è colpa loro o colpa di noi adulti che in nome della nostra
libertà abbiamo privato i nostri figli della libertà di crescere sereni ed
emotivamente equilibrati?
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