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domenica 16 settembre 2018

L'esigenza di fare figli

"In Italia abbiamo l'esigenza di fare figli": ammettiamo che sia questa la vera esigenza.
Ma per fare figli sarebbe necessario che un Paese creasse le condizioni perché le coppie possano decidere di mettere al mondo un figlio. Sarebbe cioè almeno necessario:
- creare opportunità di lavoro stabili per tutti, uomini e donne. Con un lavorio precario, e miseramente retribuito, è difficile decidere di affittare o comprare casa, sposarsi o anche solo convivere, progettare a lungo termine;
- creare strutture che consentano alle donne di lavorare alle stesse condizioni degli uomini, ovvero asili nido e scuole d'infanzia pubblici, a basso costo, aperti 24 ore su 24 (come saggiamente hanno cominciato a fare alcune catene di supermercati, consapevoli del fatto che ci sono lavoratori turnisti). E' finito il tempo in cui esistevano famiglie allargate in cui i bambini venivano affidati a vecchie zie e nonni, vivendo tutti insieme nelle cascine o nelle masserie. E' finito il tempo in cui si ritiene che compito delle donne sia quello di fare e allevare figli;
- smettere di pensare che le pensioni dei nonni possano essere utilizzate per aiutare economicamente figli e nipoti. Ugualmente bisognerebbe smettere di considerare i nonni come baby sitter a tempo pieno completamente gratuiti.
Siamo nel XXI secolo, non nel XIX. La società è cambiata, le persone, gli individui sono cambiati.
Sarebbe il caso di rendersene conto, una volta per tutte.

venerdì 14 luglio 2017

Parlare di ombrelloni mentre arriva lo tsunami

Qualche anno fa, nel corso di un incontro tra docenti e imprenditori nell'ambito di un aggiornamento su progetti di "Alternanza Scuola - Lavoro", un imprenditore affermò che, a livello nazionale, non ci si stava rendendo conto, da parte degli amministratori locali e nazionali, che il mondo stava cambiando, che nuove erano le sfide che la società doveva essere in grado di affrontare, a tutti i livelli. Questo comportava la capacità di progettare a medio e a lungo termine un'organizzazione, anche del lavoro, completamente diversa, e richiedeva, allo stesso tempo, un investimento forte sulla formazione.
Completò il suo intervento con un'immagine estremamente efficace: "Qui è come se stessimo su una spiaggia e continuassimo a parlare del colore degli ombrelloni senza renderci conto che sta arrivando lo tsunami."

domenica 10 aprile 2016

H 24

Lo sviluppo e la diffusione sempre maggiore delle nuove tecnologie richiedono un ripensamento sulle condizioni lavorative che, soprattutto per certe mansioni, rischiano di diventare una vera e propria schiavitù per il lavoratore che, dotato di smartphone, finisce per essere, 24 ore su 24, a completa disposizione del datore di lavoro, dei clienti o di tutti coloro che, avendo bisogno di contattarlo, si sentono autorizzati a farlo in qualunque momento della giornata.

 Così, lo studente che ha necessità di un chiarimento,  non esita a contattare l'insegnante e ugualmente farà il datore o il collega di lavoro, senza farsi scrupolo di considerare che, come tutti, il periodo di riposo per ciascuno di noi è un diritto, oltre che un dovere. Staccare il cervello dalle fatiche quotidiane, dalle incombenze lavorative, è una vera e propria necessità. Le vacanze, le ferie, sono state pensate proprio per questo. Non si può pensare di lavorare 365 giorni all'anno per 24 ore su 24. Il lavoro intellettuale rischia di diventare un lavoro a tempo pieno che non si interrompe mai e non contempla giorni festivi e feste comandate.