sabato 1 settembre 2018

Buon anno!

Per chi lavora nella scuola, il vero Capodanno cade il 1° settembre: ci si incontra ed è un continuo augurarsi "Buon anno!" come tutte le altre persone usano fare il 1° gennaio e nei giorni immediatamente successivi. Viviamo scandendo il tempo usando gli anni scolastici e non gli anni solari. Rievochiamo eventi dicendo: "Mi ricordo, è accaduto nell'anno scolastico 1995/96, era giugno (o gennaio, forse) sicuramente era il periodo degli scrutini...".
Chi non lavora nella scuola ignora anche che per molti di noi insegnanti non esiste un vero periodo di vacanza. Non stacchiamo mai: terminato l'orario di lavoro (che non sono, e tengo a sottolinearlo, le sole 18 ore settimanali di lezione e le ore collegiali, caratterizzate da riunioni varie) torniamo a casa e non solo prepariamo le lezioni o correggiamo i compiti degli studenti, ma continuiamo a pensare a come potremmo catturare la loro curiosità proponendo un argomento piuttosto che un altro, la visione di un film, di un documentario o una visita in una particolare località. Durante le vacanze estive (che non durano, e sfatiamo un altro mito, tre mesi!), se ci capita di visitare un museo, un castello, una città, pensiamo subito "Questo potrei proporlo ai miei studenti di quinta (o di quarta, etc.)".
Il nostro mestiere ci prende a tal punto che tutta la nostra vita ne è completamente caratterizzata.
Certo, non per tutti gli insegnanti è così, ma per molti dei colleghi che ho avuto la fortuna di incontrare è proprio così.
Buon 2018/2019!

martedì 21 agosto 2018

Tutto normale, tutto previsto, tutto già descritto

Perché meravigliarsi di fronte agli applausi ai funerali, ai selfie (anche ai funerali) di gente famosa e no, al quarto d'ora di celebrità che non si nega a nessuno, al dolore urlato, anche un po' ipocrita, all'ansia di dire la propria pur non sapendo nulla di ciò di cui si sta parlando? Tutto ciò, in fondo, è figlio del nostro tempo. E senza bisogno di far ricorso a testi di saggi e accademici, lo si può trovare, in modo a volte ironico, anche in testi di canzoni più o meno recenti, come quelle di seguito indicate: "L'esercito del selfie", interpretata da Takagi e Ketra con Lorenzo Fragola e Arisa, del 2017, "Vorrei ma non posto", interpretata da J-AX e Fedez, del 2016, "Occidentali's Karma", interpretata da Francesco Gabbani, del 2017, "Fango e stelle", interpretata da Enrico Ruggeri, del 1996.  


"Siamo l’esercito del selfie 
Di chi si abbronza con l’iPhone 
Ma non abbiamo più contatti 
Soltanto like a un altro post"


https://www.youtube.com/watch?v=FQkaH5ppFek


"E poi, lo sai, non c'è 
Un senso a questo tempo che non dà 
Il giusto peso a quello che viviamo 
Ogni ricordo è più importante condividerlo 
Che viverlo"


https://www.youtube.com/watch?v=yKT_euhimTk

"Tutti tuttologi col web
Coca dei popoli
Oppio dei poveri
AAA cercasi (cerca sì)
Umanità virtuale
Sex appeal (sex appeal)
Comunque vada panta rei
And singing in the rain
Lezioni di Nirvana
C’è il Buddha in fila indiana
Per tutti un’ora d’aria, di gloria
La folla grida un mantra
L’evoluzione inciampa
La scimmia nuda balla
Occidentali’s Karma
Occidentali’s Karma
La scimmia nuda balla
Occidentali’s Karma
Quando la vita si distrae cadono gli uomini"

https://www.youtube.com/watch?v=-OnRxfhbHB4

"Facce sulla carta, telegiornale, 
mani sulla torta, tra gli sconti eccezionali 
e gli applausi ai funerali: animali. 

La commozione, l'indignazione, 

la protesta, la nazione, 
la delazione: che baraccone... 

E nei locali ipnotici, 
nelle vacanze ai tropici, 
la vita piano arranca 
tra una settimana bianca 
e le piccole ambizioni da travet. 

Anch'io sono nel fango 
però guardo su le stelle 
e le vedo così belle, 
perché l'anima è un concetto senza età: 
né famiglia, né bandiera. 
E la mia anima è leggera come me 
che volo via 
con la forza del pensiero. 
E questo mondo per intero non mi avrà: 
io volo. 

E il mondo che scivola è un vecchio serpente: 
niente più persone ma soltanto gente 
lungo la corrente, indolente. 

Appiattiti, imbruttiti; 
siamo stati omologati, 
allineati, arruolati. 

E dentro notti inutili 
e lungo giorni immobili, 
la vita si consuma 
più leggera di una piuma 
e si cerca il contenuto 
che non c'è."


https://www.youtube.com/watch?v=cdng_35uGII

domenica 19 agosto 2018

Il senso della vita (e della morte)

Un tempo, nelle giornate di lutto nazionale, tutto si fermava: le serrande si abbassavano, tacevano i programmi radiofonici e televisivi e le emittenti trasmettevano solo notiziari ed, eventualmente, musica sinfonica e requiem.
A ciascuno, soprattutto ai più giovani, appariva chiaramente che, di fronte alla morte, bisognava fermarsi, tacere, meditare, proprio per cogliere il senso dell'inadeguatezza, della fragilità, della precarietà dell'essere umano che proprio così poteva apprezzare ancora di più la grandezza e il valore della vita.
Poi tutto è cambiato. E non è stato solo colpa della diffusa laicizzazione. Perché si può anche non credere o non praticare una fede religiosa ma osservare una legge morale che impedisca di seguire solo il proprio interesse personale ritenendosi onnipotenti. L'onnipotenza non è dell'essere umano, anche se c'è chi è convinto del contrario. 
E di fronte all'imponderabilità della vita e della morte, gli essere umani non possono fare altro, come suggerisce Leopardi ne "La ginestra", che stringersi insieme in una "social catena" che permetta di affrontare le difficoltà e i lutti che la vita porta inevitabilmente con sé. 
Solo affrontando la morte, ammettendone l'esistenza e non negandola o decidendo di ignorarla, si può gustare e apprezzare davvero il senso della vita.


" [...] Così fatti pensieri
quando fien, come fur, palesi al volgo,
e quell'orror che primo
contra l'empia natura
strinse i mortali in social catena,
fia ricondotto in parte
da verace saper, l'onesto e il retto
conversar cittadino,
e giustizia e pietade, altra radice
avranno allor che non superbe fole,
ove fondata probità del volgo
così star suole in piede
quale star può quel ch'ha in error la sede."
(Giacomo Leopardi: "La ginestra o il fiore del deserto", vv. 145 - 157)

domenica 12 agosto 2018

Non sono solo canzonette...

... se, pur parlando d'amore, evidenziano, nemmeno troppo velatamente, un'idea: quella di una donna fragile e insicura che si affida a un uomo di cui è proprietà ("Donna donna mia", canzone del 1979, interpretata da Toto Cutugno) o di una donna che, proprio perché appartiene a un uomo, non può pretendere di lasciarlo ("Io che non vivo", del 1965, interpretata da Pino Donaggio).
Qualcuno potrà osservare che si tratta di canzoni ormai vecchie e legate a una tradizione musicale nazional - popolare da cui si è attualmente lontani.
Ma quella tradizione ha alimentato una cultura di cui, ancora oggi, si fa fatica a liberarsi: un'idea di amore come possesso e non come occasione di affetto che dura nel tempo, libero come un dono incondizionato che nulla pretende in cambio ("Come prima", interpretata nel 1958 da Tony Dallara).

Di seguito, i link e i testi delle canzoni citate.


Tu, che strana davvero tu 
accendi la tua tivù
e non parli, non ridi più
non dirmi che non ti va più 
dai non far quella faccia lì
non è certo finita qui 
un po' fragile, un po' insicura 
non dirmi che non sei più
mia
mia mia mia 
donna donna mia 
mia mia mia mia 
non dirmi che tu 
vuoi andare via 
mia 
nella mente, nel cuore mia 
nei miei sogni e nel tempo mia 
non tremar, non aver paura 
non sei un'avventura e sei mia 
nei tuoi sogni proibiti, mia 
nei miei sogni proibiti, mia 
un po' donna e un po' bambina 
sorridi e mi vieni vicina 

più di questo che vuoi di più 
dimmi cosa ti manca in più' 
un po' fragile, un po' insicura 
ti amo e lo sai che sei mia 
mia mia mia mia 
donna donna mia 
mia mia mia mia 
non dirmi che tu 
vuoi andare via 
mia 

nella mente, nel cuore mia 
nei miei giorni e nel tempo mia 
non tremar, non aver paura 
non sei un'avventura e sei mia 
nei tuoi sogni proibiti, mia 
nei miei sogni proibiti, mia 
un po' donna e un po' bambina 
sorridi e mi vieni vicina


https://www.youtube.com/watch?v=N3W7qlMZTXY

Siamo qui noi soli
come ogni sera
ma tu sei più triste
ed io lo so
perché
forse tu vuoi dirmi
che non sei felice
che io sto cambiando
e tu mi vuoi lasciar

Io che non vivo
più di un'ora senza te
come posso stare una vita
senza te
sei mia
sei mia
mai niente lo sai
separarci un giorno potrà

Vieni qui ascoltami
io ti voglio bene
te ne prego fermati
ancora insieme a me

Io che non vivo
più di un'ora senza te
come posso stare una vita
senza te
sei mia
sei mia
mai niente lo sai
separarci un giorno potrà
Io che non vivo
più di un'ora senza te
come posso stare una vita
senza te
sei mia
sei mia

Io che non vivo
più di un'ora senza te
come posso stare una vita

senza te
sei mia
sei mia
sei mia





Come prima, più di prima t'amerò 
Per la vita, la mia vita ti darò 
Sembra un sogno rivederti, accarezzarti 
le tue mani, fra le mani stringere ancor 

Il mio mondo, tutto il mondo sei per me 
a nessuno voglio bene come a te 
Ogni giorno, ogni istante, dolcemente ti dirò 
«Come prima, più di prima t'amerò» 

Come prima, più di prima t'amerò 
Per la vita, la mia vita ti darò 
Ogni giorno, ogni istante, dolcemente ti dirò 
«Come prima, più di prima t'amerò»  


lunedì 6 agosto 2018

La storia e la memoria: 6 agosto 1945

"Enola Gay" è il nome dell'aereo militare che lanciò la prima bomba atomica sulla città giapponese di Hiroshima il 6 agosto 1945 alle ore 8.15 del mattino.
L'evento viene ricordato nel brano "Enola Gay", una canzone degli "Orchestral Manoeuvres in the Dark" inserita nell'album "Organization" del 1980.

https://youtu.be/d5XJ2GiR6Bo


giovedì 2 agosto 2018

Vecchi post - Per non dimenticare: 2 agosto 1980

Dal blog "Materiali didattici" un vecchio post di quattro anni fa ma purtroppo sempre vivo, come la Storia e le storie che abbiamo vissuto.
materialididattici.blogspot.com

mercoledì 25 luglio 2018

Ripartire dall'essenziale

"Mi domando: [...] (i miei figli) sapranno che fare quando si troveranno al buio? Capiranno da dove può arrivare la luce della salvezza, da quale parte guardare? Ecco quello che dovremmo chiederci, noi genitori: se il nostro tempo sta lasciando loro qualcosa, se stiamo trasmettendo un patrimonio morale. Per riconquistare i nostri figli è da qui che dobbiamo ripartire: dall'essenziale." (Antonio Polito: "Riprendiamoci i nostri figli - La solitudine dei padri e la generazione senza eredità", Marsilio - Nodi, Venezia, 2017, Pagina 173)

martedì 24 luglio 2018

"Tutta colpa dei genitori"

Pubblicato da Mondadori nell'ottobre 2010, "Tutta colpa dei genitori" è il terzo libro scritto dall'ottima collega Antonella Landi, conosciuta nel periodo in cui insegnò nella bergamasca.
E' possibile ascoltare la presentazione del testo, sempre attualissimo, cliccando il link indicato. Particolarmente interessante la lettura dei brani dedicati allo studente insolente (pagine 130 - 132 del testo).




domenica 22 luglio 2018

L'ultimo baluardo


Sempre più spesso, psicologi e pedagogisti invitano la scuola a resistere come ultimo baluardo contro una società sempre più sfaccettata che si nutre di false illusioni, di arroganza, di ignoranza, di certezze assolute mirate a raccogliere il consenso di chi, sempre meno, è abituato a pensare.
E la scuola degli insegnanti che nella scuola credono davvero cerca di resistere, nonostante tutto, incoraggiando gli studenti a discutere, a pensare, ad ascoltare, a non dar mai nulla per scontato, a non credere a tutto ciò che viene detto prima di averlo analizzato, confrontato, approfondito.
Tocca alla scuola il compito di resistere, nonostante tutto, anche valorizzando attraverso una didattica delle emozioni, l'attività in classe.
Contro l'analfabetismo emotivo, Ulisse Mariani e Rosanna Schiralli con il format Didattica delle emozioni propongono per la scuola una serie di obiettivi:
una scuola che, prima di insegnare, educhi
- prima di informare, formi
  - che, prima di integrare, interagisca
 - che, prima di diventare tecnologica, si apra alla modernità 
 - che, prima di accogliere e rispettare, si faccia rispettare
 - che, prima di cadere nella trappola del buonismo, sappia mettere regole, limiti e confini       
 - che, prima di trasformarsi in un contenitore sterile, sia luogo di studio, impegno e passioni 
 - che, prima di essere derubata di ogni risorsa, sia spazio sacro e da proteggere
 - che, prima di invitarli a ripetere la lezione, aiuti i giovani a narrarsi
 - che, ancora prima delle lettere e dei numeri, recuperi codici di linguaggio emozionale.

Soltanto così, unendo il passato al futuro, la scuola può dare senso e avere senso.

(Citazioni tratte dal testo di Ulisse Mariani e Rosanna Schiralli: Intelligenza emotiva a scuola - Percorso formativo per l'intervento con gli alunni, Erickson, Trento, 2012, pagine 129 - 130)


Contro l’analfabetismo emotivo:
la che, prima di insegnare, educhi

 prima di informare, formi

che, prima di integrare, interagisca


che, prima di diventare tecnologica, si apra alla modernità



giovedì 19 luglio 2018

Emozioni in musica

Ha una melodia accattivante, che evoca le emozioni tipicamente adolescenziali di amori estivi, intensi e fugaci, destinati a spegnersi al primo colpo di vento. Ascoltarla significa tornare indietro di quarant'anni, quando i sentimenti travolgenti sembravano dominare su tutto e tutti, anche quando erano insignificanti. E non importa se si hanno quasi sessant'anni. Si torna giovanissimi, travolti da parole e musica che sembrano quelle dell'adolescenza lontana eppure mai così vicina.








Che super taglio di capelli che hai
Potresti vincere tutto
Dobbiamo fare adesso subito qua
Una foto che spacca
E le favole e le corse
E le storie con gli effetti e le bugie
L’hai dette prima a me
Lo sai siamo sospesi in un vecchio spot dove allo specchio tu canti con il phon
Certo che lo sai, prendi tutto e te ne vai
Per vedere se è vero
Che poi ti vengo a cercare
E ritorni solo se, cambia tutto tranne te
Alla tua festa non c’ero
Ma ti hanno vista ballare
Da sola in the night
(In the night)
Che super pelle, che profumo che hai
Mi mandi fuori di testa
Le tue magliette bianche dentro quei jeans
Sono una cosa perfetta
E le favole e le corse
E le storie con gli effetti e le bugie
L’hai dette prima a me
Lo sai che non mi passa
Dal primo bacio a scuola ad occhi chiusi
Come lo vorrei ora
Certo che lo sai, prendi tutto e te ne vai
Per vedere se è vero
Che poi ti vengo a cercare
E ritorni solo se cambia tutto tranne te
Alla tua festa non c’ero
Ma ti hanno vista ballare
Da sola in the night
(In the night)
Da sola in the night
(In the night)
Certo che lo sai, prendi tutto e te ne vai
Per vedere se è vero
Che poi ti vengo a cercare
E ritorni solo se cambia tutto tranne te
Alla tua festa non c’ero
Ma ti hanno vista ballare
(In the night
Da sola
In the night
Da sola in the night
In the night)
Compositori: Alessandro Merli / Davide Petrella / Fabio Clemente / Tommaso Paradiso
Testo di Da sola / In the night © Universal Music Publishing Group