C'è chi insegna
guidando gli altri come cavalli
passo per passo:
forse c'è chi si sente soddisfatto
così guidato.
C'è chi insegna lodando
quanto trova di buono e divertendo:
c'è pure chi si sente soddisfatto
essendo incoraggiato.
C'è pure chi educa, senza nascondere
l'assurdo ch'è nel mondo, aperto ad ogni
sviluppo ma cercando
d'essere franco all'altro come a sé,
sognando gli altri come ora non sono:
ciascuno cresce solo se sognato.
(Danilo Dolci)
P.S.: Ringrazio di cuore l'amatissima collega che mi ha fornito il testo.
“Le sale insegnanti non sono tutte uguali: in alcune [...] si parla di tutto, ci si confronta e nascono ottime collaborazioni [...]." #Sala Docenti vuole puntare nuovamente sulla collaborazione, suggerita da Diego, incontrato da studente, oggi docente, e condivisa da Cristina, collega di vecchia data, già preziosa collaboratrice di "Sala Docenti", da Erica, giovane ed entusiasta insegnante, e da Lina, collega ispiratrice di lezioni ed emozioni. Perché solo insieme si cresce davvero.
martedì 21 marzo 2017
"C'è chi insegna..."
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venerdì 10 marzo 2017
Lezioni di vita
A volte ho la sensazione di vedere, solo io, ciò che
gli altri non vedono: bambini sempre più capricciosi, irritanti ed ineducati;
adolescenti confusi, deboli, arroganti, sballati; adulti irresponsabili,
irriverenti, ignoranti, boriosi. Un paese allo sbando. Una scuola allo sbando.
Una società sempre più disorientata. E tante persone sole. Affannate. Di corsa.
Tutte in agitazione ad inseguire il nulla.
Mi chiedo: ma tutto ciò lo vedo solo io? O gli altri lo vedono e fanno finta
di nulla? O gli altri non lo vedono perchè non vogliono vederlo?
"Non vediamo quello che non vogliamo vedere" mi disse molti anni
fa la madre di un alunno, completamente sordo dalla nascita.
Quella madre, disperata, in un drammatico colloquio, mi rivelò che solo a
due anni dalla nascita del figlio si rese conto, insieme al marito, della
disabilità del bambino. Eppure erano entrambi colti, appartenenti a famiglie di
fascia sociale elevata, benestanti. Come era stato possibile che non si fossero
resi conto che il loro bambino non udiva nulla, non si voltava verso la fonte
da cui provenivano i suoni?
"Il fatto è, professoressa, che noi non accettavamo che potesse essere
davvero così. E lo abbiamo negato, soprattutto a noi stessi, finché è stato
possibile farlo. Non vediamo mai quello che non vogliamo vedere. E' così, per
tutti gli eventi, piccoli o grandi che siano, della vita."
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lunedì 6 marzo 2017
Come in amore (e lo sostiene anche Galimberti!)
Leggo che Umberto Galimberti (http://wisesociety.it/incontri/umberto-galimberti-la-nostra-societa-ad-alto-tasso-di-psicopatia-non-e-adatta-a-fare-figli/) sostiene che la scuola può rimediare alle carenze affettive vissute in famiglia trasmettendo i suoi contenuti con passione, facendo leva sulle emozioni degli studenti ed insegnando loro ad appassionarsi.
Qualcosa del genere aveva già scritto Antonella Landi, in un suo articolo pubblicato il 10 settembre 2011 sulle pagine fiorentine del "Corriere della Sera" dedicate a "I quaderni della Profe", la sua rubrica settimanale, esprimendosi così: "A scuola è come in amore: bisogna essere in due a voler far funzionare il giochino.".
Altrimenti, avevo aggiunto io qualche tempo dopo, in occasione di una delle più memorabili sfuriate che mi sia capitato di fare agli studenti, diventa masturbazione. Masturbazione intellettuale, ma sempre masturbazione è.
In quell'occasione, loro, gli studenti, apprezzarono. Chiesero di scrivere la frase sulla lavagna.
Ci eravamo chiariti. Ci eravamo rappacificati.
Stavano seguendo attentamente, prendendo diligentemente gli appunti per prepararsi alla prossima verifica scritta. E anch'io procedevo in modo spedito e preciso, attenta ad ogni dubbio o richiesta che provenisse da loro.
Ci eravamo chiesti reciprocamente scusa e sembrava che nulla, in precedenza, fosse accaduto.
Proprio come succede dopo un litigio tra innamorati. Proprio come succede in amore.
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sabato 24 settembre 2016
Per giorni e giorni...
"Per giorni e giorni senza che nulla accadesse.
Il mare vuoto, vuota agitazione
di memorie e di membra senza attesa.
E un giorno tu compari sull'orizzonte.
Due punti che si guardano da lontano.
Quanto spiarsi, come cose immortali!"
Vittorio Bodini, "Appunti di poesia", 1943 -1961
Pubblicato in: Vittorio Bodini: "Poesie (1939 -1970)", Congedo Editore, Galatina, 1980 su licenza Arnoldo Mondadori Editore, pgg. 5 -6.
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giovedì 25 agosto 2016
"Ora però basta!"
"Ora però basta!" continuiamo a ripetere nelle più disparate situazioni e l'espressione sembra essere diventata un mantra che dovrebbe miracolosamente liberarci da tutti i nostri mali, individuali e/o sociali, che quotidianamente ci affliggono.
La verità, però, è che spesso non si fa nulla di concreto perché ciò che ci disturba possa davvero essere eliminato.
Spesso si dimentica che le situazioni che si vivono non sono altro che il risultato di scelte, più o meno consapevoli, precedenti.
La superficialità, l'inettitudine, l'incompetenza, la brama di guadagno, la cocciutaggine, l'irresponsabilità, l'ignoranza, per esempio, possono condizionare le nostre azioni e le nostre scelte quotidiane, fino al punto di trascinarci, a volte, in situazioni antipatiche o, ancor peggio, oscure e pericolose quando non tragiche.
Eppure basterebbe poco per evitare di incappare in situazioni, individuali o collettive, spiacevoli.
Occorrerebbe che tutti, fin dalla più tenera età, imparassero a rispettare sé stessi e gli altri, meditando prima di prendere una decisione, anche la più banale, magari, e riflettendo, studiando, approfondendo le questioni senza farsi tentare dalle vie più brevi ma oscure e restando sempre consapevoli che vivendo si può e si deve giocare, soprattutto quando si è bambini, ma giocare con la propria vita e con la vita degli altri non è mai giustificabile, a qualunque età.
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mercoledì 10 agosto 2016
"Non servono parole"
A volte basta uno sguardo. Uno sguardo intenso, profondo, capace di comunicare sentimenti ed emozioni, molto più delle parole.
Quello sguardo, sui social, può essere sostituito dalle emoticon.
L'emoticon, postata col cuore, può valere più di mille parole.
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sabato 6 agosto 2016
Enola Gay
"Enola Gay" è il nome dell'aereo militare USA che sganciò la prima bomba atomica sulla città giapponese di Hiroshima, il 6 agosto 1945 alle ore 8,15 del mattino.
L'evento viene ricordato nel brano "Enola Gay", una canzone degli "Orchestral Manoeuvres In The Dark" inserita nell'album "Organization" del 1980.
"Enola Gay"
Orchestral Manoeuvres In The Dark
Dall'album "Organisation” [1980]
at home yesterday
Oho words can't describe
the feeling and the way you lied
These games you play,
they're gonna end it all in tears someday
Oho Enola Gay, it shouldn't ever
have to end this way
It's 8.15,
and that's the time that it's always been
We got your message on the radio,
conditions normal and you're coming home
Enola Gay,
is mother proud of little boy today
Oho this kiss you give,
it's never ever gonna fade away
Enola Gay,
it shouldn't ever have to end this way
Oho Enola Gay,
it shouldn't fade in our dreams away
It's 8:15,
and that's the time that it's always been
We got your message on the radio,
conditions normal and you're coming home
Enola Gay,
is mother proud of little boy today
Oho this kiss you give,
it's never ever gonna fade away
ENOLA GAY (traduzione in italiano)
Enola Gay, saresti dovuta rimanere
a casa ieri,
Oh, le parole non possono dire
quel che si prova e le vostre bugie.
Quei giochi che fate
finiranno tutti in lacrime un giorno o l'altro,
Oh, Enola Gay,
non sarebbe dovuta finire in questo modo.
Sono le 8.15,
ed è l'ora che è sempre stata,
Abbiamo ricevuto il tuo messaggio alla radio,
condizioni normali e tu stai tornando a casa.
Enola Gay,
la mamma è orgogliosa del suo giovanotto oggi,
Oh, quel bacio che hai dato
non sbiadirà mai.
Enola Gay, non sarebbe
dovuta finire in questo modo.
Oho, Enola Gay
non dovrebbe sbiadire nei nostri sogni.
Sono le 8.15,
ed è l'ora che è sempre stata.
Abbiamo ricevuto il tuo messaggio alla radio,
condizioni normali e tu stai tornando a casa.
Enola Gay,
la mamma è orgogliosa del suo giovanotto oggi,
Oh, quel bacio che hai dato
non sbiadirà mai.
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venerdì 15 luglio 2016
DEMOCRAZIE E CONFLITTI
Come costruire una democrazia rafforzata, capace di trasformare le differenze in risorse?
MODELLO DI DEMOCRAZIA PARLAMENTARE
1) DIRITTO DI PAROLA
2) DIRITTO DI CONTRADDITTORIO
3) DIRITTO DELLA MAGGIORANZA CUI LA MINORANZA SI ADEGUA
Può esistere una democrazia basata sull’ascolto che potenzia la democrazia parlamentare
MODELLO DI DEMOCRAZIA BASATO SULL’ASCOLTO DELLE MINORANZE
1) DIRITTO DI ESSERE ASCOLTATO
2) DIRITTO DI MOLTIPLICARE LE PROGETTUALITÀ
3) COOPROGETTUALITÀ CREATIVA (DIALOGO E ASCOLTO BASATI SULLA DISCUSSIONE E SULL’ESPLORAZIONE)
(Appunti tratti dalla relazione di Marianella Sclavi, Albino (Bg), Seminario: "Educare al conflitto", 16 settembre 2010)
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giovedì 7 luglio 2016
Alternanza Scuola - Lavoro
Da quando, una decina di anni fa, ho avuto l'opportunità di sperimentare le opportunità offerte da un percorso formativo che prevede l'Alternanza Scuola - Lavoro, l'ho immediatamente apprezzato.
Lo sostenni anche in un post pubblicato il 5 febbraio 2010 su un vecchio blog, post che ripropongo, per quanto risulti, per certi aspetti, un po' superato, ma che tuttavia evidenzia gli aspetti più positivi e rilevanti dell'Alternanza Scuola - Lavoro.
"Marco
è addetto alla reception. Appena sono entrata nel grande albergo in cui sta
effettuando la sua attività di alternanza scuola - lavoro, ho fatto quasi
fatica a riconoscerlo, benché sia un mio alunno da tre anni.
Ordinato,
preciso, attento, stava effettuando il check-out di un ospite in partenza.
Quando mi ha visto, ha sorriso salutandomi velocemente e ha continuato ad
occuparsi del suo cliente finché non ha concluso tutte le operazioni. Solo
allora, poiché non c'era nessun altro, ha cominciato a conversare con me,
dicendosi entusiasta di questa esperienza lavorativa (tre settimane) prevista
all'interno dell'anno scolastico dal suo percorso di studi. E' l'occasione per
mettere a frutto quanto ha finora imparato e per cominciare ad entrare nel
mondo del lavoro, misurandosi quotidianamente con le problematiche o con le
gratificazioni che esso comporta. Non ha mai avuto tempo di annoiarsi,
sostiene, in questi dieci giorni, a differenza di quanto accade sui banchi di
scuola.
A
scuola, infatti, Marco è tutto fuorché ordinato, preciso, attento.
Mai
in orario, senza materiale o con materiale sbagliato ("Ho dimenticato di
rifare lo zaino e ho le materie di ieri" si giustifica) sopravvive grazie
alla sua intelligenza e ai momenti in cui decide di dedicarsi all'ascolto degli
argomenti trattati. Non ha mai amato lo studio ("Altrimenti non mi sarei
iscritto a un professionale!" ammette) e non capisce perché mai debba
essere costretto a stare fermo per sei ore in un banco che è anche troppo
piccolo per lui.
Il
tutor aziendale che lo affianca, che incontro poco dopo, lo elogia
riconoscendone in particolare la meticolosità e la puntualità.
Torno
a scuola soddisfatta. Trovo che il progetto alternanza scuola - lavoro, che il
nostro Istituto sta portando avanti da qualche anno, sia valido proprio per
questo: consente di scoprire e valorizzare le qualità, che non sempre sui
banchi di scuola emergono, dei nostri studenti, evidenziando, ancora una volta,
che solo la motivazione di chi apprende consente di raggiungere risultati
positivi.
La
Riforma varata prevede che l'alternanza scuola - lavoro faccia parte del
percorso formativo degli istituti tecnici e professionali. E' una buona
occasione, a mio avviso, per migliorare concretamente l'offerta formativa."
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venerdì 1 luglio 2016
"preti e puttane"
"Le maestre sono come i preti e le puttane. Si innamorano alla svelta delle creature. Se poi le perdono non hanno tempo di piangere. Il mondo è una famiglia immensa.
C’è tante altre creature da servire.
È bello vedere di là dall’uscio della propria casa. Bisogna soltanto essere sicuri di non aver cacciato nessuno con le nostre mani." (Scuola di Barbiana: "Lettera a una professoressa", Libreria Editrice Fiorentina, Firenze, 1967, Pagg. 41 - 42)
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