giovedì 6 aprile 2017

Parlare al cuore

Da tempo, ormai, psicologi e pedagogisti sostengono che, per favorire l'apprendimento degli studenti, in particolare degli adolescenti, occorre che il docente parli al loro cuore, sia in grado, cioè, di incuriosirli, di emozionarli, di appassionarli, trasmettendo loro non solo i contenuti della sua disciplina ma il suo amore per la disciplina e per i contenuti che insegna.
Ciascuno di noi ha sperimentato quanto sia importante che i docenti stabiliscano un clima di apprendimento sereno, che stimoli la motivazione e, che, soprattutto, sia in grado di appassionare gli studenti, quasi seducendoli con la propria passione.
Parlare al cuore può farlo solo chi parla col cuore.

sabato 25 marzo 2017

Angherie da bulli: le responsabilità degli adulti

C'è stato un periodo, una ventina di anni fa, in cui si tendeva a liberare le famiglie dalle loro responsabilità, attribuendo certi comportamenti giovanili alla cattiva influenza della società. La verità è che la società è data dalle persone che la costituiscono e se tra queste persone ci sono genitori che non educano i figli al rispetto di sé stessi e degli altri, ritenendo magari certi comportamenti solo innocenti ragazzate, non possiamo che aspettarci tali risultati. Quando tuttavia si verificano certi episodi, non si può non sottolineare la grave responsabilità degli adulti, lontani a volte da quel patto educativo che permette ai più giovani di crescere senza dover calpestare e umiliare coloro che si ritengono più deboli, nell'illusione di essere più forti. 
Non si è più forti: si è solo dei deboli vigliacchi.

martedì 21 marzo 2017

La poesia del calcio

Sembra che Umberto Saba, inizialmente, non amasse il calcio. Pare che non avesse alcuna simpatia per i tifosi di cui non apprezzava l'entusiasmo o la disperazione per un pallone entrato, o no, nella rete.
Poi, un giorno, gli capitò di assistere a una partita, quella tra la potentissima Ambrosiana e la vacillante Triestina, che finì con un risultato esaltante per la Triestina, uno zero a zero che valeva quanto una vittoria data la differenza tra le forze in campo.
Il clima esaltato dello stadio, l'entusiasmo delirante della folla contagiarono il poeta, che vide nel gioco del calcio una delle espressioni simboliche della vita, la possibilità di palpitare, di soffrire e di gioire insieme agli altri, proprio come accade nella quotidianità.
Al gioco del calcio Umberto Saba dedicò cinque poesie che inserì nel suo "Canzoniere" e di cui riporto alcuni versi.
"[...] Trepido seguo il vostro gioco.
Ignari
esprimete con quello antiche cose
meravigliose
sopra il verde tappeto, all'aria, ai chiari
soli d'inverno.
Le angosce,
che imbiancano i capelli all'improvviso,
sono da voi sì lontane! La gloria
vi dà un sorriso
fugace: il meglio onde disponga. Abbracci
corrono tra di voi, gesti giulivi. [...]
[...] V'ama
anche per questo il poeta, dagli altri
diversamente - ugualmente commosso.
(Umberto Saba: "Squadra paesana")
"Di corsa usciti a mezzo il campo, date
prima il saluto alle tribune. Poi,
quello che nasce poi
che all'altra parte vi volgete, a quella
che più nera s'accalca, non è cosa
da dirsi, non è cosa ch'abbia un nome. [...]
Festa è nell'aria, festa in ogni via.
Se per poco, che importa? [...]
La vostra gloria, undici ragazzi,
come un fiume d'amore orna Trieste.
(Umberto Saba: "Tre momenti")
"[...] La folla - unita ebbrezza- par trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti l'odio consuma e l'amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere. [...]
(Umberto Saba, "Goal")

I brani citati sono tratti da: "Umberto Saba: "Il Canzoniere", Scelta e annotazione di Folco Portinari, Einaudi Scuola, Milano, 1990, pgg. 165, 167, 172.

"C'è chi insegna..."

C'è chi insegna
guidando gli altri come cavalli
passo per passo:
forse c'è chi si sente soddisfatto
così guidato.

C'è chi insegna lodando
quanto trova di buono e divertendo:
c'è pure chi si sente soddisfatto
essendo incoraggiato.

C'è pure chi educa, senza nascondere
l'assurdo ch'è nel mondo, aperto ad ogni
sviluppo ma cercando
d'essere franco all'altro come a sé,
sognando gli altri come ora non sono:
ciascuno cresce solo se sognato.


(Danilo Dolci)


P.S.: Ringrazio di cuore l'amatissima collega che mi ha fornito il testo.

venerdì 10 marzo 2017

Lezioni di vita

A volte ho la sensazione di vedere, solo io, ciò che gli altri non vedono: bambini sempre più capricciosi, irritanti ed ineducati; adolescenti confusi, deboli, arroganti, sballati; adulti irresponsabili, irriverenti, ignoranti, boriosi. Un paese allo sbando. Una scuola allo sbando. Una società sempre più disorientata. E tante persone sole. Affannate. Di corsa. Tutte in agitazione ad inseguire il nulla.
Mi chiedo: ma tutto ciò lo vedo solo io? O gli altri lo vedono e fanno finta di nulla? O gli altri non lo vedono perchè non vogliono vederlo?
"Non vediamo quello che non vogliamo vedere" mi disse molti anni fa la madre di un alunno, completamente sordo dalla nascita.
Quella madre, disperata, in un drammatico colloquio, mi rivelò che solo a due anni dalla nascita del figlio si rese conto, insieme al marito, della disabilità del bambino. Eppure erano entrambi colti, appartenenti a famiglie di fascia sociale elevata, benestanti. Come era stato possibile che non si fossero resi conto che il loro bambino non udiva nulla, non si voltava verso la fonte da cui provenivano i suoni?

"Il fatto è, professoressa, che noi non accettavamo che potesse essere davvero così. E lo abbiamo negato, soprattutto a noi stessi, finché è stato possibile farlo. Non vediamo mai quello che non vogliamo vedere. E' così, per tutti gli eventi, piccoli o grandi che siano, della vita."

lunedì 6 marzo 2017

Come in amore (e lo sostiene anche Galimberti!)

Leggo che Umberto Galimberti (http://wisesociety.it/incontri/umberto-galimberti-la-nostra-societa-ad-alto-tasso-di-psicopatia-non-e-adatta-a-fare-figli/) sostiene che la scuola può rimediare alle carenze affettive vissute in famiglia trasmettendo i suoi contenuti con passione, facendo leva sulle emozioni degli studenti ed insegnando loro ad appassionarsi.

Qualcosa del genere aveva già scritto Antonella Landi, in un suo articolo pubblicato il 10 settembre 2011 sulle pagine fiorentine del "Corriere della Sera" dedicate a "I quaderni della Profe", la sua rubrica settimanale, esprimendosi così: "A scuola è come in amore: bisogna essere in due a voler far funzionare il giochino.".


Altrimenti, avevo aggiunto io qualche tempo dopo, in occasione di una delle più memorabili sfuriate che mi sia capitato di fare agli studenti, diventa masturbazione. Masturbazione intellettuale, ma sempre masturbazione è.



In quell'occasione, loro, gli studenti, apprezzarono. Chiesero di scrivere la frase sulla lavagna.
Ci eravamo chiariti. Ci eravamo rappacificati.
Stavano seguendo attentamente, prendendo diligentemente gli appunti per prepararsi alla prossima verifica scritta. E anch'io procedevo in modo spedito e preciso, attenta ad ogni dubbio o richiesta che provenisse da loro.
Ci eravamo chiesti reciprocamente scusa e sembrava che nulla, in precedenza, fosse accaduto.



Proprio come succede dopo un litigio tra innamorati. Proprio come succede in amore.

sabato 24 settembre 2016

Per giorni e giorni...






"Per giorni e giorni senza che nulla accadesse.
Il mare vuoto, vuota agitazione
di memorie e di membra senza attesa.
E un giorno tu compari sull'orizzonte.
Due punti che si guardano da lontano.
Quanto spiarsi, come cose immortali!"

Vittorio Bodini, "Appunti di poesia", 1943 -1961
Pubblicato in: Vittorio Bodini: "Poesie (1939 -1970)", Congedo Editore, Galatina, 1980 su licenza Arnoldo Mondadori Editore, pgg. 5 -6.


giovedì 25 agosto 2016

"Ora però basta!"

"Ora però basta!" continuiamo a ripetere nelle più disparate situazioni e l'espressione sembra essere diventata un mantra che dovrebbe miracolosamente liberarci da tutti i nostri mali, individuali e/o sociali, che quotidianamente ci affliggono.
La verità, però, è che spesso non si fa nulla di concreto perché ciò che ci disturba possa davvero essere eliminato.
Spesso si dimentica che le situazioni che si vivono non sono altro che il risultato di scelte, più o meno consapevoli, precedenti.
La superficialità, l'inettitudine, l'incompetenza, la brama di guadagno, la cocciutaggine, l'irresponsabilità, l'ignoranza, per esempio, possono condizionare le nostre azioni e le nostre scelte quotidiane, fino al punto di trascinarci, a volte, in situazioni antipatiche o, ancor peggio, oscure e pericolose quando non tragiche.
Eppure basterebbe poco per evitare di incappare in situazioni, individuali o collettive, spiacevoli.
Occorrerebbe che tutti, fin dalla più tenera età, imparassero a rispettare sé stessi e gli altri, meditando prima di prendere una decisione, anche la più banale, magari, e riflettendo, studiando, approfondendo le questioni senza farsi tentare dalle vie più brevi ma oscure e restando sempre consapevoli che vivendo si può e si deve giocare, soprattutto quando si è bambini, ma giocare con la propria vita e con la vita degli altri non è mai giustificabile, a qualunque età.

mercoledì 10 agosto 2016

"Non servono parole"

A volte basta uno sguardo. Uno sguardo intenso, profondo, capace di comunicare sentimenti ed emozioni, molto più delle parole.
Quello sguardo, sui social, può essere sostituito dalle emoticon. 
L'emoticon, postata col cuore, può valere più di mille parole.

sabato 6 agosto 2016

Enola Gay

"Enola Gay" è il nome dell'aereo militare USA che sganciò la prima bomba atomica sulla città giapponese di Hiroshima, il 6 agosto 1945 alle ore 8,15 del mattino.



L'evento viene ricordato nel brano "Enola Gay", una canzone degli "Orchestral Manoeuvres In The Dark" inserita nell'album "Organization" del 1980.

https://www.youtube.com/watch?v=d5XJ2GiR6Bo


"Enola Gay"
Orchestral Manoeuvres In The Dark
Dall'album "Organisation” [1980]


Enola Gay, you should have stayed

at home yesterday

Oho words can't describe

the feeling and the way you lied

These games you play,

they're gonna end it all in tears someday

Oho Enola Gay, it shouldn't ever

have to end this way

It's 8.15,

and that's the time that it's always been

We got your message on the radio,

conditions normal and you're coming home

Enola Gay,

is mother proud of little boy today

Oho this kiss you give,

it's never ever gonna fade away

Enola Gay,

it shouldn't ever have to end this way

Oho Enola Gay,

it shouldn't fade in our dreams away

It's 8:15,

and that's the time that it's always been

We got your message on the radio,

conditions normal and you're coming home

Enola Gay,

is mother proud of little boy today

Oho this kiss you give,

it's never ever gonna fade away





ENOLA GAY (traduzione in italiano)


Enola Gay, saresti dovuta rimanere

a casa ieri,

Oh, le parole non possono dire

quel che si prova e le vostre bugie.

Quei giochi che fate

finiranno tutti in lacrime un giorno o l'altro,

Oh, Enola Gay,

non sarebbe dovuta finire in questo modo.

Sono le 8.15,

ed è l'ora che è sempre stata,

Abbiamo ricevuto il tuo messaggio alla radio,

condizioni normali e tu stai tornando a casa.

Enola Gay,

la mamma è orgogliosa del suo giovanotto oggi,

Oh, quel bacio che hai dato

non sbiadirà mai.

Enola Gay, non sarebbe

dovuta finire in questo modo.

Oho, Enola Gay

non dovrebbe sbiadire nei nostri sogni.

Sono le 8.15,

ed è l'ora che è sempre stata.

Abbiamo ricevuto il tuo messaggio alla radio,

condizioni normali e tu stai tornando a casa.

Enola Gay,

la mamma è orgogliosa del suo giovanotto oggi,

Oh, quel bacio che hai dato

non sbiadirà mai.